“Il Soprintendente ci ha informati che da lunedì 4 agosto arriveranno agli Scavi archeologici di Pompei 30 nuovi custodi precari”, dice Antonio Pepe dell’RSU degli scavi di Pompei. Questa sembra essere una scelta “tampone” in attesa che “l’Ales – continua Pepe- selezioni, tra circa 8900 concorrenti, il personale precario che dovrebbe sostituire altri precari”.

Dato che la selezione potrebbe richiedere tempo, nell’attesa e per aprire altre Domus, sembra che il Soprintendente abbia optato per “personale precario, i cui criteri di selezione non è dato sapere, per garantire l’apertura, anch’essa precaria, di almeno 10 Domus chiuse al pubblico per mancanza di personale”.

Questa iniziativa è fortemente criticata dalla rappresentanza sindacale, per la quale “crea conflitti tra giovani disoccupati, tanto da farci immaginare già la guerra dei precari di Pompei. Tra l’altro – continua l’RSU - sembra che il fine di questa trovata vada nella direzione opposta di ciò che dice Matteo Renzi, ‘bisogna assumere chi conosce qualcosa e non chi conosce qualcuno’. Infatti, sembra che si voglia facilitare le opportunità di impiego per coloro che conoscono qualcuno anziché qualcosa”.

Tra le Domus che potrebbero essere aperte, grazie a questi nuovi custodi, potrebbero esserci Casa di Apollo, Casa dell’Ara Massima, Casa di Marco Lucrezio Stabia, Casa di Marco Lucrezio Frontone, Case della Caccia, Terme Suburbane, Casa di Cornelia, Casa di Achille, Thermopolium di Placido e la Casa dei Ceii.

“Siamo dell’avviso – conclude Pepe - che per Pompei bisogna assumere personale a tempo indeterminato dando certezza di continuità ai nuovi assunti, anche se l’esperienza ci fa ritenere che in Italia non c’è niente di più definitivo di tutto quello che è provvisorio”.


Raffaele Perrotta